Seduta fantasma
del consiglio regionale campano
Napoli – Centro Direzionale, le Torri Gemelle Nell’anno 2002 ed esattamente il 25 e 26 giugno, il consiglio regionale della Campania, si riunì in seduta straordinaria e monotematica per discutere del ciclo dei rifiuti e per votare una moratoria al fine di sospendere tale ciclo affinché esso non si completasse con l’inceneritore.

Scrivo di questo fatto a distanza di anni perché l’esito di questa riunione è importante per chiarire con tutti i compatrioti Napolitani, il reale orientamento delle forze politiche dei due schieramenti.

Seguii personalmente i lavori, mischiato tra il pubblico, con l’intenzione di scrivere un articolo per il quotidiano con il quale collaboravo all’epoca, ma non mi fu consentito di pubblicarlo…. e delle deliberazioni di questo consiglio, i media non diedero notizia. Pubblico ora l’articolo con la speranza che in molti possano leggerlo.

I lavori del consiglio iniziarono alle ore 16.21. Alla delegazione formata da un centinaio di acerrani, rappresentanti varie associazioni come i gruppi consiliari al comune, degli imprenditori, agricoltori ed altre a vario titolo, fu negato l’accesso alla sala del consiglio ed il diritto a seguire tra i posti riservati al pubblico. La delegazione fu fatta accomodare in una sala ai piani più alti, dotati di maxischermo e collegata alla sala del consiglio regionale. Si volle negare il contatto diretto tra i cittadini elettori ed i rappresentanti regionali da loro eletti. Un comportamento indegno di un civico consesso ma comparabile al consiglio di amministrazione di una S.p.A.

All’apertura dei lavori su un tema così delicato erano presenti 44 dei 60 consiglieri.

Il primo a parlare fu Antonio Bassolino in veste di commissario per l’emergenza rifiuti. La sua lunga relazione elencava le cose che era riuscito a fare e quelle che non aveva concretizzato. Seguirono gli interventi di alcuni consiglieri delle varie forze politiche sia di centro-destra che di centro-sinistra. Tre interventi erano contro l’inceneritore: un consigliere di rifondazione comunista, uno dei verdi, e uno di alleanza nazionale; altri tre interventi invocavano la fine dell’emergenza ma senza dare alcun suggerimento: un consigliere della Margherita, uno di alleanza nazionale ed un consigliere dell’UDR. Infine un consigliere di forza Italia chiedeva la costruzione degli inceneritori.

La lunghezza degli interventi fece protrarre i lavori fino alle 20.10 senza riuscire a votare. La riunione fu ripresa la mattina seguente.

Alla ripresa dei lavori erano presenti 41 consiglieri su 60. Della maggioranza di centrosinistra 28 su 36. Dell’opposizione di centrodestra 13 su 24. Una riunione su un tema così delicato, che a distanza di anni si è rivelato vitale, ha visto assenti al voto quasi un terzo dei consiglieri. Un terzo delle persone elette con il nostro voto si sono disinteressati a questo problema, forse aveva affari più importanti da sbrigare…ma cos’è più importante dei fondamentali diritti come la tutela del territorio, dell’ambiente e della salute?

Alla moratoria per sospendere il piano di smaltimento dei rifiuti, votavano favorevolmente 5 consiglieri ovvero: Maranta (Rifondazione Comunista), Specchio (Rifondazione Comunista), Cuntari (Verdi), Nolli (Comunisti Italiani), Conte (Democrazia Libertà). Contro votavano 23 consiglieri del centrosinistra. I 13 consiglieri del centro destra presenti: si astenevano.

Oggi il centrodestra chiede pretestuosamente lo scioglimento del consiglio regionale campano, ma non per risolvere la questione rifiuti, ma solo per prendere il posto del centrosinistra.

Se il 26 giugno 2002 fossero stati presenti in aula tutti i consiglieri del centrodestra e avrebbero votato compatti la moratoria insieme ai 5 consiglieri che lo hanno fatto… questo scellerato ciclo dei rifiuti, che non si chiude con il riciclaggio vero, ma con l’incenerimento ed il conseguente inquinamento locale, compromettendo il territorio e la salute dei cittadini che ci vivono, di un aumento dell’effetto serra con distruzione della biosfera e della vita stessa…, sarebbe stato fermato e si sarebbe provveduto a metterne in atto uno ecologicamente più compatibile. Oggi Napoli e gran parte della Campania non si troverebbero in questa tragica situazione.

I partiti di centrodestra sono tutti inaffidabili e quelli di centrosinistra quasi, i pochi che mantengono una linea ambientalista non hanno peso sufficiente e presto i poteri forti li metteranno fuori dal parlamento.

Tocca ai cittadini lottare senza cedere minimamente sui loro vitali diritti. Non è questa una lotta per alti ideali, ma per il diritto alla salute e per un territorio non inquinato che possa essere produttivo. Questa è la lotta per la sopravvivenza, è questione di vita o di morte per le popolazioni campane.

Per noi campani non esiste alcun margine di trattativa, i diritti per cui lottiamo non sono negoziabili ne vendibili, la lotta deve continuare fino alla vittoria o alla morte.

Questa storia la può capire solo chi la vive sulla propria pelle e con la fierezza di essere napoletano!

Joseph Epomeo
24 gennaio 2008