Ricordiamo i morti di Unità d’Italia
“Ognuno vale non in quanto è ma in quanto produce”
La lapide per ricordare i militari Napolitani e Siciliani morti nel campo di stermino di Fenestelle La mattina del 9 gennaio 2006 ho seguito per caso il tg1 storia. La trasmissione parlava di Nicola Pende, professore che nel 1937 ha partecipato alla stesura del "manifesto della razza", documento che è servito come pretesto per la deportazione ed il genocidio di ottomila ebrei italiani, di cui settecento bambini. Dopo la guerra, questo docente ha mantenuto la sua cattedra universitaria e gli incarichi che aveva sotto il regime fascista. Nel 1980 è morto. Oggi nel suo paese natale gli sono state dedicate una strada, un monumento, una scuola media. C´è un premio scientifico a suo nome ed a Roma un plesso universitario, sempre a lui dedicato.

Con quali criteri si dedica la toponomastica a tali personaggi, e si escludono i nostri patrioti guerriglieri? Perché un sindaco di un qualsiasi paese duosiciliano deve vedersi rifiutato il permesso di dedicare una strada ad un nostro partigiano?

Deduco che in Italia si usino due pesi e due misure, soprattutto per quello che riguarda l´ex Regno delle Due Sicilie. Ogni atto politico che osservo inserito anche contestualmente a tutta la politica fatte per le regioni duosiciliane mi fa pensare, e credo di non essere il solo, che vogliano continuare a trattarci come "schiavi" e le Due Sicilie devono continuare ad essere una colonia. Da dieci anni a questa parte ho maturato un’idea: la questione meridionale è il più grande affare per l´Italia unita e padanista… e credo, per come sta evolvendo l´Europa e globalizzando l´economia, che sia l´unico affare che rimane ai partiti padanisti.

Il 27 gennaio, ci sarà la giornata della memoria per ricordare il genocidio degli ebrei. Gia da alcuni anni c´è questa commemorazione. Gli ebrei hanno subito un massacro a causa della Germania nazista, ma non è stato l´unico genocidio della storia. Il massacro di un popolo è il più esecrabile dei crimini verso l´umanità è va condannato con fermezza e ricordato allo stesso modo dovunque esso sia avvenuto e da chiunque esso sia stato fatto. Non esistono genocidi di serie A e genocidi di serie B. Però, purtroppo, nessuno ricorda il genocidio degli armeni, avvenuto tra la fine del XIX e l´inizio del XX secolo, che ancora vivono sparsi per il mondo, o quello perpetrato dagli americani in Guatemala, dal 1962 al 1992, quello dei Kmer rossi in Cambogia, dal 1975 al 1978, ma soprattutto non si vuole ricordare il genocidio dei NAPOLITANI tra il 1860 ed il 1872. Quando sono stati bruciati oltre sessanta paesi e dove tra uccisioni, saccheggi e carcere duro sono morti quasi un milione di persone su nove milioni e mezzo di abitanti del Regno delle Due Sicilie.

Credo che sia giusto proporre un giorno della memoria per onorare i nostri martiri. L´eccidio più conosciuto e che fece grande scalpore fu quello di Pontelandolfo. Istituire un giorno della memoria il 14 agosto in pieno periodo di vacanze estive con le scuole chiuse non servirebbe per far conoscere, soprattutto a bambini ed adolescenti, questi tristi fatti storici. Una data ideale potrebbe essere il 3 febbraio, quando il generale Pinelli, nel 1861, emise un infame proclama che giustificava la pulizia etnica nelle Due Sicilie. Dieci giorni dopo Gaeta capitolava ed S.M. Francesco II partiva per l´esilio, iniziava la resistenza ed il più oscuro periodo della nostra storia.

Ecco l´infame proclama:

"Ufficiali e soldati! La vostra marcia tra le rive del Tronto e quelle della Castellana è degna di encomio. S.E. il Ministro della Guerra se ne rallegra con voi. Selve, torrenti, balze nevose, rocce scoscese non valsero a trattenere il vostro slancio; il nemico, mirando le vostre penne sulle più alte vette dei monti ove si riteneva sicuro, le scambiò per quelle dell'aquila Savoiarda, che porta sulle ali il genio d'Italia: le vide, impallidì e si diede alla fuga. Ufficiali e soldati! Voi molto operaste, ma nulla è fatto quando qualche cosa rimane da fare. Un branco di quella progenie di ladroni ancora si annida tra i monti, correte a snidarli e siate inesorabili come il destino. Contro nemici tali la pietà è delitto. Vili e genuflessi, quando vi vedono in numero, proditoriamente vi assalgono alle spalle, quando vi credono deboli, e massacrano i feriti. Indifferenti a ogni principio politico, avidi solo di preda e di rapina, or sono i prezzolati scherani del vicario, non di Cristo, ma di Satana, pronti a vendere ad altri il loro pugnale. Quando l'oro carpito alla stupida crudeltà non basterà più a sbramare le loro voglie, noi li annienteremo; schiacceremo il sacerdotal vampiro, che con le sozze labbra succhia da secoli il sangue della madre nostra, purificheremo col ferro e col fuoco le regioni infestate dall'immonda sua bava, e da quelle ceneri sorgerà rigogliosa e forte la libertà anche per la provincia ascolana".

Per questa canaglia come per Garibaldi, Bixio, Cavour, Vittorio Emanuele e tanti altri non c´è stata una Noriberga, non sono stati condannati per i loro crimini, come meritavano… ma sono rimaste impunite e, cosa peggiore, sono ricordate come eroi. In alcune città della Padania ci sono celebrazioni per questi criminali di guerra. Ad esempio a Bergamo tutto il mese di maggio è dedicato alla memoria di quell´immondo essere di Garibaldi. A Vicenza si celebra il massacratore di Pontelandolfo e Casalduni.

Ricordiamo pure l´olocausto degli ebrei il 27 gennaio, ma attiviamoci affinchè venga istituita una giornata della memoria per ricordare il genocidio dei NAPOLITANI.

Giuseppe Savoia
27 gennaio 2008