Qualcuno potrebbe obbiettare che usare il termine “napolitanista” a posto di meridionalista, il termine Napolitania a posto di Sud continentale non verrebbe capito dalla gente o che forse i tempi non sono ancora maturi. Io penso che se mai si inizia, il discorso sarà portato all’infinito e i tempi di recupero aumentano anno per anno mentre l’Italia aumenta il degrado della Napolitania.
Penso inoltre che il motivo più importante per cui non si usano termini come Napolitano ed altri simili per definire chi lotta per la Napolitania o Sud Italia continentale è che in realtà quasi tutti i meridionalisti originari di zone limitrofe al di fuori della provincia di Napoli si vergognano di essere definiti Napolitani e di avere un legame storicamente comprovato con Napoli, visto la distruzione medianica che da anni subisce proprio la città di Napoli. Per questo motivo preferiscono farsi chiamare con termini coloniali piuttosto che usare il termine Napolitano e simili.
Le conseguenze sono che mancando il punto storico di unione, come era Napoli capitale del Regno di Napoli tra il 1302 e il 1815, nascono campanilismi locali ed identità inventate di tipo giacobino in ogni area del Sud, che si rivoltano le une contro le altre. I paesi del Sud Italia continentale si comportano oggi come i comuni medioevali dell’alta Italia ognuno in guerra con i propri vicini.
Nei secoli bui dell’alto medioevo quando quasi tutto il Sud continentale subiva la dominazione dei barbari longobardi, le incursioni e le razzie dei saraceni, solo il Ducato di Napoli rimase “incrollabile rocca di libertà e di indipendenza” come la definì Gino Doria. Per cinque secoli Napoli ha fatto a meno del resto del Sud Italia continentale scrivendo una gloriosa pagina di lotte con virtù guerriere e civiche. Quelle stesse virtù che per sei secoli hanno guidato le genti del Regno di Napoli facendone uno degli Stati più prestigiosi del mondo. Oggi Napoli è vilipesa ed il Sud Italia continentale subisce la sorte di un territorio colonizzato trattato come la latrina d’Italia.
Dobbiamo recuperare l’orgoglio di essere Napolitani o almeno incominciare a definirci tali fregandocene dei luoghi comuni inventati ad arte per dividerci per continuare a dominarci, altrimenti anche se la Napolitania dovesse dividersi dall’Italia potrebbe solo cambiare padrone o forma di dominio ma non tornare libera.
E’ arrivato il momento per chi si batte per la nostra Patria Napolitana di fare un esame di coscienza e dire se bisogna considerare il popolo Napolitano culturalmente morto, al pari dei maya, gli atzechi e gli inca, o lottare per farlo risorgere. Attendo risposte.