I virgulti Napolitani
carta geografica del Regno di Napoli I numerosi commenti all’articolo “Il Tempo è maturo” dimostrano come il tema della nostra identità venga sentito di primaria e propedeutica importanza per l’azione sia politica che culturale.

Inoltre, mi hanno dato spunti di riflessione e soprattutto la certezza che la Nazione Napoletana non è morta, e che personalmente speravo, quando ho aperto il blog “Orgoglio Napolitano” a settembre 2007.

Bisogna parlare a tutti di Nazione Napolitana e convincere sempre più gente. Non bisogna darsi per vinti. Fino a sedici anni fa parlare di Borbone era come parlare della peggiore dinastia di tutti i tempi. Con la nascita nel 1993 del movimento neoborbonico si è riuscito a rivalutare questa dinastia e tutto il periodo storico relativo (pur se breve), dando alla nostra gente un passato di cui essere fieri; un operazione che oggi è proseguita anche da altri gruppi che ne hanno ulteriormente aumentato il recupero storico. La stessa operazione andrebbe fatta per tutta la nostra precedente storia plurimillenaria.

Ho intuito che Napoli, essendo stata il perno della Nazione Napolitana, diventa fondamentale il recupero della sua immagine di città e metropoli. Infatti Napoli aggregava tutte le forze, le energie, le intelligenze provenienti dalle varie province; così la Napolitania tutta brillava tramite Napoli, ma proprio con il concorso di tutti i suoi abitanti, dagli Abruzzi alle Calabrie.

Questo si è protratto per sei secoli nei quali la Nostra Patria ha coltivato sempre i suoi legittimi interessi; ha costruito il suo presente ed il suo futuro, sempre compatibile alle esigenze dei Napolitani. Tutto questo ci è stato negato dall’unità d’Italia che ha stabilito per noi un oppressione di stampo coloniale con un regime nazista ante litteram. Inoltre per mantenere il suo potere e perpetuare il colonialismo, ha sempre mortificato Napoli, propagandando con i mezzi d’informazione solo ed esclusivamente notizie negative sulla nostra antica capitale. Notizie a volte anche false e comunque ingigantite negativamente, allo scopo di far perdere il punto di aggregazione della Nazione Napolitana. Per contrastare questa corrente, ho aperto nel settembre 2007 questo blog. Sono consapevole che è una goccia nel mare, paragonato allo spiegamento di forze dei mass-media antinapoletani, ma bisogna pur cominciare...

Oggi, prendendo ad esempio il coraggio dei neoborbonici del 1993, dobbiamo parlare dell’identità Napolitana, della Nazione Napolitana, di Napolitania, di partito Napolitano ecc. I leghisti al nord si sono inventati la Padania che storicamente non è mai stata unita e non è mai stata una nazione. Noi invece avevamo uno Stato (il Regno di Napoli), una bandiera nazionale, una nostra moneta, una nazionalità e tanto di più, ora dobbiamo solo recuperarle. Queste cose, la nostra gente, le ha nel sangue e le sentirà sue se sapremo risvegliare quest’atavismo; e noi dobbiamo essere i primi a crederci. Un qualsiasi altro nome inventato o appartenente ad una sola zona del territorio napolitano come l’Ausonia (basso Lazio), non sarebbe sentito e non avrebbe successo.

La parola Sud inteso come punto cardinale non ha niente di negativo, ma lo diventa quando viene usato per indicare il popolo Napolitano. Inoltre se dividiamo per latitudini l’Italia in tre parti, l’Abruzzo farebbe parte del centro, per cui il termine Sud per indicare la Napolitania e meridionali per i Napolitani non sarebbe corretto neppure sotto il profilo geografico oltre a quello appioppatoci dai nostri colonizzatori. Al limite volendo scherzosamente riferirci ai punti cardinali e prendendo come punto di riferimento il meridiano che passa per Roma, dividendo l’Italia in due, notiamo che l’ex Regno delle Due Sicilie, è tutto ad est. Per cui la Napolitania andrebbe chiamata Est ed i suoi abitati Orientali.

Per concludere, diciamo che è ora di partire con una nuova fase politica e culturale riguardante alcuni punti simbolici, recuperando questa appartenenza alla nazione Napoletana e valorizzando tutta la storia d'indipendenza dal 1139 fino al 1734, visto che il periodo successivo è stato ben valorizzato ed approfondito, farli riscoprire a tutta la popolazione con un opera costante di divulgazione di tutto ciò che i conquistatori hanno occultato in questi centocinquanta anni.

Joseph Epomeo
6 maggio 2008