Nel Medio Evo, dall’epoca angioina e fino all’età moderna, i territori della nostra penisola erano divisi in due aree geografiche e politiche denominate rispettivamente “il Regno” e “l’Italia”. “Italia”, era lo Stato Pontificio e tutti gli staterelli a nord di questo. “Il Regno” per antonomasia, senza specificare quale, sia in Italia che nel resto d’Europa, era: “Il Regno di Napoli”.
Similmente come facciamo oggi quando parliamo di “Stati Uniti”, intendendo gli Stati Uniti d’America. Un’analogia che continua anche nella definizione della nazionalità. I Napolitani erano anche chiamati Regnicoli, per il fatto che erano gli abitanti del Regno per antonomasia. Gli abitanti degli Stati Uniti sono chiamati americani o statunitensi anche se questa definizione spetterebbe a tutti gli abitanti di quel continente, proprio per indicare i cittadini della federazione per antonomasia.
Geograficamente oggi si chiama “regione italiana” un territorio diverso dall’attuale Repubblica italiana che ha una superficie di 324.000 chilometri quadrati contro i 301.257 che dal dopoguerra appartengono allo stato “italiano”.
Ci sono territori della “regione italiana” che attualmente appartengono ad altri paesi. Alla Francia: la Corsica, il dipartimento delle Alpi Marittime (ex Nizzardo), Monginevro, Rocca Bernauda, Moncenisio e Piccolo San Bernardo. Alla Svizzera appartengono: l’Alta Valle della Diveria, il Canton Ticino, la Val Bregaglia e la Val Poschiavo. All’Austria: la Val Monastero. La Venezia Giulia appartiene per gran parte alla Slovenia che ha anche un lembo settentrionale dell’Istria. Il resto della penisola d’Istria è sotto la sovranità Croata.
Altri territori della regione italiana sono piccoli stati sovrani: Malta, Città del Vaticano, Repubblica di San Marino e Principato di Monaco.
Alla repubblica italiana appartengono territori che non sono inclusi nella “regione italiana” ovvero: la Val di Lei, Livigno, San Candido, Tarvisio e l’isola di Lampedusa.
Da tutto ciò è chiaro che la Napolitania è geograficamente parte della penisola italiana e della “regione italiana”.
Il concetto d’Italia è cambiato nel corso dei millenni, storicamente il nome Italia è nato proprio in Napolitania ed indicava questo territorio (tranne per alcuni secoli) di conseguenza anche sotto questo aspetto, è macroregione della penisola italiana.
Personalmente contesto il lavoro dei geografi che chiamano regione italiana un territorio che non fa parte della penisola italiana. La stessa definizione di penisola fa escludere dall’Italia non solo Sicilia e Sardegna ma anche tutti territori a nord dell’ Appennino Tosco-Emiliano. Ovvero ritengo che geograficamente l’Italia vada dalla Calabria fino alla Toscana e le Marche.
Alla fine possiamo dire che il Napolitano dovrebbe sentirsi italiano solo per un fatto geografico così come un portoghese può sentirsi iberico o uno svedese, scandinavo.
Storicamente potremmo rivendicare il nome Italia non per usarlo per la Nazione che un giorno tornerà indipendente, ma per impedire l’uso del nome da parte di altri territori che lo userebbero per questioni di marketing.
Rimane la questione politica. Abbiamo già detto che “l’Italia” ovvero lo stato nato dall’unità d’Italia è una truffa. Truffa che si palesa vedendo le differenze territoriali tra regione italiana e stato “italiano” Di conseguenza è una truffa anche la presunta identità italiana nata a seguito della varie invasioni risorgimentali.
E’ chiaro che se per italiani si intendono i cittadini dello stato “italiano” nato dal risorgimento, i Napolitani a giusta causa non devono considerarsi italiani e devono politicamente muoversi per non essere più cittadini di questo “stato truffa”.
Qualcuno dice che i Napolitani in virtù della loro identità devono definirsi anche italiani; allora aggiungo che siamo anche europei, terrestri, del Sistema Solare ed abitanti della Via Lattea.
Noi siamo Napolitani, siamo fieri di esserlo per alla nostra storia, cultura e valori morali e tanto ci basta e ci avanza per riconoscere la nostra identità.