Nel caso ci sarebbe uno stato federale delle Due Sicilie bisognerebbe adottare una bandiera che includa al suo interno lo stemma della Napolitania e quello della Sicilia. Fermo restando che i due territori avrebbero comunque una loro bandiera territoriale.
Qualora Napolitania e Sicilia diventassero due stati sovrani distinti, per la Napolitania sarei favorevole ad adottare la versione di bandiera Napolitana ammainata per l’ultima volta nell’inverno 1861 a Gaeta e Civitella del Tronto, apportando eventuali piccole modifiche sempre nel rispetto dello stemma tradizionale come è stato tra il XIII secolo fino al 1861.
Il motivo è giustificato dal fatto che i nostri avi, quando eravamo indipendenti, la ritenevano sacra e prodigiosa.
Più di una volta ho costatato come la nostra bandiera sia un vero portento, e forse anche di più.
Ogni volta che l’ho esposta al San Paolo, il Napoli è rimasto imbattuto riuscendo a vincere quasi sempre. Altrettanto può dire un mio amico quando gioca la sua squadra, la Nocerina.
Il 19 settembre 2002 mi recai con un amico al Duomo per attendere il miracolo di San Gennaro. Ero entrato da poco riuscendo ad arrivare fin quasi all’altare. Mentre srotolavo la bandiera proprio in quel momento i fedeli s’accorsero che il sangue del Santo si era liquefatto, mentre il Cardinale Giordano prese l’ampolla e la girò verificando l’avvenuto miracolo.
Tre sono gli elementi per fare il bene della propria nazione: la volontà, la competenza e la fortuna. La prima dipende solo da noi, la seconda si acquisisce con la pratica; la fortuna invece è il fattore incontrollabile che può solo essere propiziato.
Devo dire anche che la nostra bandiera, a differenza delle altre, porta sulla sommità del suo stemma l’unico simbolo positivo e potente: la croce cristiana, l’unico emblema che può battere il male.
Chi ha scritto che la nostra bandiera porta sfortuna, sarà stato qualche prezzolato a favore del risorgimento. Evidentemente la nostra bandiera porta sfortuna, ma solo ai suoi nemici.
Chi combatterà al suo fianco trionferà, chi la contrasterà, non prevarrà.