Caratteristiche della Nazione Napolitana

carta geografica del Regno di Napoli Questo articolo espone le caratteristiche della Nazione Napoletana con l’intento di far recuperare a più persone possibili l’antica identità nazionale.

La parola nazione ha un etimologia latina che significa: nascita, origine.

La definizione di nazione, che si può trovare in tutti i vocabolari o enciclopedie, è: “Comunanza d’individui, che abitano la stessa regione, hanno la stessa storia, parlano la stessa lingua, professano la stessa religione, hanno identità d’interessi materiali e morali ed aspirano a conseguire gli stessi fini.”. Il significato corrente è: genti aventi la stessa origine etnica.

La regione abitata comunemente dai napolitani è la Napolitania ovvero quella corrispondente all’antico Regno di Napoli esistito dai vespri fino al 1816 o quella che era la parte continentale del regno di Sicilia tra il 1150 e il 1282 o del Regno delle Due Sicilie tra il 1816 ed il 1861.

Le altre caratteristiche, fatte le dovute eccezioni, per le minoranze sono:

La religione è quella cristiana cattolica apostolica romana.

La lingua è il Napoletano che però a causa del genocidio culturale ha perso la sua compattezza linguistica sfaldandosi in vari dialetti che sono comunque molto simili fra loro, più di quanto non lo siano i dialetti che si parlano nelle varie regioni padane. Il Napoletano era la lingua comunemente usata alla corte dei Borbone, era lingua ufficiale in epoca Aragonese, ed era lingua dotta e letteraria tra il XVI e il XVIII secolo, regredendo lievemente dopo la restaurazione borbonica del 1815.

La storia ci vede accomunati nelle stesse vicende da quando la Napolitania è stata unita sotto lo stesso stato a partire del 1150, nel bene (Regno di Sicilia, Regno di Napoli e Regno delle Due Sicilie) e nel male (Regno d’Italia e Repubblica italiana). Anche prima della nascita del regno di Sicilia ad opera di Ruggiero d’Altavilla grandi porzioni territoriali della Napolitania sono appartenute ad entità statali distinte da quelle del centro-nord Italia. Tutti i territori napolitani a sud dei fiumi Garigliano e Sangro non hanno fatto parte del Sacro Romano Impero di Carlo magno. Il principato Longobardo di Benevento che sopravvisse altri due secoli dopo la caduta dei longobardi a nord, aveva la sua estensione territoriale che comprendeva, tutti i territori della Napolitania eccetto il ducato di Napoli, il ducato di Gaeta, la Calabria meridionale ed il Salento. Storicamente la Napolitania non ha avuto niente in comune come storia con il centro-nord, dalla caduta del regno romano barbarico d’Italia fino al 1861. Prima dell’espansione romana, le regioni Napolitane erano popolate dagli italici e dai greci lungo le coste, mentre al centro vivevano gli etruschi ed in Padania i barbari Galli.

I Napolitani adottarono lo stesso sistema di leggi dall’era di Ruggiero d’Altavilla fino all’unità d’Italia, un sistema legislativo che si basava su principi morali superiori a quelli dello stato italiano e ancora oggi per molti aspetti più evoluto. Un sistema legislativo che è stato cancellato dalla piemontesizzazione.

Le nostre tradizioni e usanze sono notevolmente diverse dal centro-nord mentre tra le varie zone della Napolitania variano poco. Un esempio lo possiamo notare con il pranzo di Natale; se si seguono rigidamente le tradizioni, il cenone napolitano con piccole variazioni locali, è radicalmente diverso da quello settentrionale.

Le aspirazioni dei Napolitani sono: primo, non essere più considerati un territorio infimo dall’Italia e dall’Europa e tornare a testa alta tra le grandi nazioni della Terra come ci spetterebbe dalla nostra storia. Secondo, essere un crocevia di traffici commerciali e di scambi culturali tra le varie sponde del mediterraneo. Terzo, avere un ruolo guida tra le nazioni che affacciano sul mediterraneo e un ruolo di prestigio a livello mondiale. Quarto, ritornare ad essere una nazione che con la sua operosità, cultura e valori morali possa essere di esempio al mondo intero come lo è stata per secoli. Quinto, tornare ed essere un baluardo dalla cristianità in Europa, senza rinunciare alle relazioni e alla convivenza pacifica con i paesi islamici del medio oriente e del nord Africa, ruolo che per altro è stato svolto egregiamente nei secoli passati.

Due sono le interpretazioni per individuare una nazione, quella di appartenenza etnica e quella di appartenenza spirituale. La nazione Napolitana si distingue prevalentemente nella seconda, ma potrebbe in parte avere basi anche nella prima interpretazione.

Gia anticamente la Napolitania era abitata dagli italici (Ausoni, Apuli, Bruzzi, Lucani e Sanniti) e dai greci nelle città costiere che essi fondarono. I discendenti di questi due gruppi hanno costituito geneticamente il fondamento della nazione al quale vanno aggiunte le contaminazioni di varie minoranze che nei secoli sono arrivate e che comunque non hanno mai stravolto il ceppo originario che geneticamente è notevolmente diverso da quello barbaro padano.

La maggiore appartenenza nazionale si individua nella cultura che fa della Napolitania la culla della civiltà occidentale che nata in Grecia ha qui avuto un tale rilancio che proprio nelle polis napolitane, particolarmente da Napoli e Cuma, si è propagata conquistando culturalmente i romani e poi tramite l’Impero, questa cultura si è propagata in tutto il mondo. Un appartenenza culturale fatta di valori morali, spirituali, filosofici, di tradizioni e di costumi così solida da conquistare tutte le dinastie che si sono alternate sul trono di Napoli; infatti il capostipite era sempre un re straniero per origine e cultura ma già il nipote e spesso anche il figlio erano in tutto e per tutto, in virtù dell’appartenenza spirituale, napolitani. Basta pensare a Carlo di Borbone che aveva il padre spagnolo, la madre parmense il nonno francese, suo figlio Ferdinando I nato a Napoli sin da bambino si sentiva e viveva da Napoletano, così anche i suoi successori Francesco I, Ferdinando II e Francesco II. Quest’ultimo nel proclama di Gaeta dell’8 dicembre 1860, proprio nell’ora più triste della nazione napolitana vantava con fierezza la sua origine: “Io sono napoletano; nato tra voi, non ho respirato altra aria, non ho veduto altri paesi. Tutte le mie affezioni sono dentro il Regno: i vostri costumi sono i miei costumi, la vostra lingua la mia lingua, le vostre ambizioni le mie ambizioni”.

Joseph Epomeo
19 dicembre 2008